Le strade dei protagonisti del rock (più recentemente anche del pop) e quelle della psichiatria si sono incrociate spesso. Lo stretto rapporto tra musica e psicopatologia ha, infatti, origine in epoche ben precedenti la nascita del rock (si pensi ai disturbi mentali di molti musicisti classici e di jazzisti del periodo del bebop), ma è con i protagonisti della “musica del diavolo” che la casistica diventa quasi sconfinata, destando in certi casi l’interesse della comunità scientifica. Le speciali connessioni intraemisferiche di Jimi Hendrix o l’effetto di emulazione tra gli adolescenti del suicidio di Kurt Cobain sono stati oggetto di studio e di pubblicazione su riviste specialistiche. La parola rehab, che si riferisce al ricovero psichiatrico per disintossicazione, è entrata nel gergo comune anche grazie a una canzone della compianta Amy Winehouse. L’autore prende in esame da un punto di vista clinico le storie più significative e interessanti del mondo del rock e del pop, analizzando le biografie, le interviste e, ovviamente, le canzoni dei protagonisti. L’attenzione viene focalizzata su come la musica, con il suo potere catartico, abbia salvato diversi artisti e su come, invece, le conseguenze del successo musicale siano state insostenibili per altri. Indirizzato sia agli appassionati di musica, che agli operatori della salute mentale (psichiatri, psicologi, infermieri, educatori) che potranno aumentare le proprie conoscenze sul rapporto tra creatività e psicopatologia.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
176 -
Collana
Sull'autore
Gaspare Palmieri
Psichiatra, psicoterapeuta, dottore di ricerca in psicobiologia dell’uomo, ha pubblicato diversi articoli scientifici su riviste italiane e internazionali e due libri-CD psicoeducativi per l’editore La Meridiana. Per Arcana ha scritto Psicorock. Storie di menti fuori controllo (2016).