Putin e il neozarismo Dal crollo dell'Urss alla conquista della Crimea

Putin e il neozarismo

Dal crollo dell'Urss alla conquista della Crimea

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L’annessione della Crimea e il guanto di sfida lanciato da Vladimir Putin all’Occidente rappresentano il punto di arrivo di una strategia politica cui il Cremlino sta lavorando da più di un decennio: restituire cioè alla Russia un ruolo da protagonista nello scacchiere mondiale. Solo ripercorrendo la storia dell’ex “impero del male” è possibile capire la traiettoria e le mille contraddizioni dell’immensa federazione euro-asiatica. Un Paese dove corruzione e affari della nuova borghesia – ma forse è più esatto definirla oligarchia – la fanno da padroni. E dove la democrazia si è rivelata una fragile “illusione”. Girano soldi, tantissimi soldi, e macchine di lusso, ma la rivoluzione postcomunista non è stata portatrice di maggiori libertà. Sergio Canciani, già inviato della Rai a Mosca, accompagna i lettori in un appassionante viaggio che dall’“era Eltsin” arriva fino alle ultime mosse dello zar Vladimir. L’obiettivo del Presidente, sostiene l’autore, è quello di rioccupare, su scala appena più ridotta, i confini dell’Unione Sovietica. Putin, l’ex uomo del Kgb, considerato oggi come la persona più potente del mondo, sta giocando le sue carte sulla frontiera Sud, lungo l’asse che da Kiev porta a Sebastopoli, la popolosa città della Crimea al centro delle tensioni con l’Ucraina. Ma la sfida travalica i confini della vecchia Urss e investe come un ciclone l’Europa e l’America di Obama.

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