Tutte le rivoluzioni sono destinate a essere tradite. Gli esiti, infatti, non sempre sono stati all’altezza degli ideali di coloro che vi avevano creduto e partecipato. Seguendo il filo di queste affermazioni, Ágnes Heller divide le rivoluzioni in due categorie: quelle che “scoppiano”, come ad esempio la Rivoluzione Francese, e quelle che “hanno luogo” nel corso del tempo, come la Rivoluzione scientifica del Sedicesimo secolo. A prescindere dalla modalità con cui hanno avuto inizio, tutte le rivoluzioni dell’epoca moderna hanno teso a obiettivi precisi. Tuttavia, nessuna è riuscita a realizzarli completamente. Che cosa rende dunque le rivoluzioni irrinunciabili?
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
48 -
Editor e traduttore
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Collana
Sull'autore
Ágnes Heller
(Budapest, 12 maggio 1929) Filosofa ungherese, assistente di Lukács all’Università di Budapest, da cui fu espulsa nel 1959; riammessa nel 1963, divenne il massimo esponente della «Scuola di Budapest». Licenziata dall’Accademia nel 1973, nel 1978 accettò un incarico presso l’Università di Melbourne per assumere poi la cattedra di Hannah Arendt a New York. Nota in Occidente come la teorica dei bisogni radicali e della rivoluzione della vita quotidiana, è oggi considerata una delle più significative filosofe viventi.