L'oro di Gelli Strage di Bologna

L'oro di Gelli

Strage di Bologna

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Quarant’anni dopo la strage della stazione di Bologna, le nuove indagini della Procura illuminano collegamenti finora solo sospettati tra organizzazioni diverse, interne ed esterne allo Stato. Nelle testimonianze, nei documenti e nelle confessioni ritornano spesso gli stessi nomi, a dimostrazione di come il terrorismo di matrice neo-fascista manteneva rapporti saldi con uomini appartenenti ad apparati statali deviati. Come il servizio segreto civile, Sisde, che, seppure informato in anticipo dei piani stragisti, nascose le informazioni in suo possesso, mentre i Nar venivano ospitati a Roma in un edificio riconducibile al medesimo Sisde, in via Gradoli 96, lo stesso appartamento usato delle Brigate Rosse durante il sequestro Moro. L’intera ricostruzione dei fatti, dei depistaggi e delle nuove acquisizioni da parte della Procura generale e delle Parti civili è qui raccolta da Roberto Scardova, in attesa che venga finalmente restituita l’intera verità alle vittime e alla nazione.

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Sull'autore

Roberto Scardova

È stato giornalista de «l’Unità» e inviato speciale del Tg3 Rai. Si è occupato dei procedimenti giudiziari sulle stragi di Piazza Fontana, Brescia, Italicus, Bologna, e ha seguito le lunghe indagini sulla tragedia di Ustica. Tra i suoi reportage quelli sull’incidente nucleare di Chernobyl, sulle stragi nazifasciste di Marzabotto e di Sant’Anna di Stazzema, e sulla guerra in Afghanistan. Ha curato per il Tg3 l’inchiesta circa il mancato accertamento della verità sull’assassinio in Somalia dei colleghi Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.

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