Allestendo un immaginario Tribunale Globale, Rau ha messo in scena la trasformazione del neoliberismo da processo scardinatore dei monopoli locali basato sulla libera concorrenza a sistema predatorio che sbaraglia le piccole realtà industriali. La liberazione promossa dall’universalismo occidentale mostra il suo lato oscuro: la schiavitù del Terzo Mondo e l’eliminazione della biodiversità costituiscono le sue condizioni necessarie. Così l’uomo postmoderno, incapace di solidarizzare con realtà esterne al suo egoismo, è colui che firma petizioni aderendo a una buona causa e che non trova però contraddittorio utilizzare un cellulare a basso costo fabbricato con lo sfruttamento di migliaia di lavoratori. L’arte che Milo Rau rivendica è il mezzo per opporsi al sistema dominante e per creare un mondo alternativo all’ingiustizia che ci avvolge.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
64 -
Collana
Sull'autore
Milo Rau
(Berna, 1977) Regista, giornalista e saggista svizzero, ha vinto, tra gli altri numerosi premi, lo Swiss Theater Award nel 2014, l’ITI Prize of World Theatre Day nel 2016 e il Premio Europa per il Teatro nel 2018. Studioso di sociologia, lingua e letteratura tedesca e romanistica a Berlino, Parigi e Zurigo, fra i suoi maestri ha avuto Pierre Bourdieu e Czvetan Todorov. È autore estremamente prolifico di produzioni teatrali, film e libri; i suoi lavori sono stati rappresentati in oltre venti Paesi nel mondo e nei più celebri festival internazionali. Nel 2017 è stato nominato dai critici “Regista dell’anno”.