Hijab Il velo e la libertà

Hijab

Il velo e la libertà

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Perché ci sono donne, nel mondo islamico, che indossano il velo con orgoglio? Perché altre lo ritengono una prigione? Questo libro stigmatizza ogni pregiudizio culturale che vede nella donna con indosso l’hijab una donna sottomessa. Molte musulmane velate, infatti, sono donne emancipate e con un’alta considerazione di se stesse. Icone del softpower. Mentre invitano alla libera scelta, le autrici portano avanti anche la battaglia delle donne iraniane e di tutte quelle che lottano contro i soprusi e il velo come imposizione. Attraverso il racconto personale e le esperienze in prima persona di alcune donne islamiche e non, favorevoli o contrarie al velo, questo libro contribuisce alla conoscenza variegata del mondo musulmano, delle sue culture e delle sue tradizioni.

Dettagli libro

  • Editore

  • Testo originale

  • Lingua

    Italiano
  • Data di pubblicazione

  • Numero di pagine

    76
  • Autore della prefazione

  • Collana

Sull'autore

Giorgia Butera

È presidente di Mete Onlus, presidente della Comunità Internazionale “Sono bambina, non una sposa”, Advocacy di “Stop Sexual Tourism: Progetto internazionale a tutela dei diritti minorili nel mondo”, presidente dell’Osservatorio Internazionale Diritti Umani e Ricerca, Advocacy con Tiziana Ciavardini di “#hijabfreechoice. Il velo islamico libera scelta, mai obbligo”. Nel 2016 le è stata conferita la medaglia per l’impegno a tutela dei diritti umani internazionali dal Presidente della Repubblica Mattarella.

Tiziana Ciavardini

Antropologa culturale, giornalista scrittrice e ricercatrice presso l’Università Cinese di Hong Kong, scrive di condizione della donna nella società islamica, Islam, terrorismo e immigrazione sulle maggiori testate nazionali. Ha vissuto per più di dieci anni in Iran. È stata più volte minacciata per il suo lavoro d’inchiesta sulle condizioni delle donne, e per aver difeso Nasrin Sotoudeh, l’avvocatessa iraniana condannata a 148 frustate e 38 anni di reclusione per aver provato a difendere i diritti delle donne che volevano protestare contro l’uso obbligatorio del velo.

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