Nell’autunno del 1920, due ex militari inglesi si ritrovano a chiacchierare su come sono sopravvissuti alla guerra. Humberstall è un parrucchiere “saltato in aria due volte”, con “gli occhi da cane da riporto un po’ confuso” e racconta ad Anthony, un tassista piccolo, scuro e con la gobba, del suo provvidenziale incontro con due commilitoni appassionati di Jane Austen, a lui completamente ignota, membri di una società segreta fondata in suo onore, i Janeites. Nel corso della narrazione, tutta pervasa da un fine umorismo, i romanzi dell’autrice – chiamata sempre e solo “Jane”, a rimarcarne la grandezza – diventano un antidoto agli orrori della guerra, un escamotage per riuscire a guardare oltre, verso un futuro monotono e bello. “Credetemi, fratelli, non c’è nessuno pari a Jane quando ti trovi in una brutta situazione. Dio la benedica, chiunque sia stata”, afferma Humberstall, e possiamo presumere che Kipling fosse il primo a sposare questa convinzione. Nel 1917, provato dal recente lutto del figlio disperso nel conflitto, era solito leggere ad alta voce alla moglie e alla figlia proprio i romanzi di Jane Austen, autrice di cui scrisse “più la leggo più l’ammiro, la rispetto e m’inchino a lei”.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
48 -
Editor e traduttore
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Collana
Sull'autore
Rudyard Kipling
Nacque a Mumbai nel 1865. Iniziò a scrivere giovanissimo, legando il suo nome a capolavori come Il libro della giungla (1894), Capitani coraggiosi (1897) e Kim (1901). Viaggiatore in - stancabile, è stato autore di numerosi reportage, tra cui Viaggio in India (Elliot, 2015) che, insieme alle tante poesie e racconti e ai disegni con cui ha illustrato alcune sue opere, completano un percorso artistico culminato con la vittoria del Premio Nobel nel 1907. Morì a Londra nel 1936