Sesso, potere, chiesa, arte e Dolce Vita: si sa, ai romani sono sempre piaciute le storielle inventate, e soprattutto raccontate così abilmente da farle passare per vere. Anche attraverso i secoli. Dai giochi erotici delle vestali al suicidio di Giulio Cesare, dal Papa morto tra le braccia della sua amante all’assassinio firmato da Michelangelo, dalle corna di Canova ai vandalismi di Richard Burton, tra orge, delitti e semplici dispetti, la storia di Roma si fa e racconta anche attraverso i pettegolezzi che, di secolo in secolo, sono stati diffusi e alimentati fino ad essere creduti veri. Un viaggio nel tempo, dalla nascita di Romolo e Remo fino al Novecento, sulle orme e i mormorii del gossip che ha fatto la storia di Roma e della romanità. Chi è convinto che i libri di storia siano noiosi si sbaglia! Leggere oggi il carteggio tra Augusto e Tiberio o tra Augusto e Marco Antonio o le cronache di Svetonio è come sfogliare le migliori annate di Novella 2000 degli anni Settanta! L’autrice, appassionata di storia, ha raccolto con leggerezza un florilegio di resoconti, cronache e fatti, dalla Roma antica alla Roma dei Papi, arricchendoli con un ampio apparato iconografico e dimostrando che anche i pettegolezzi hanno una “dignità” accademica.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
288 -
Collana
Sull'autore
Valeria Arnaldi
Giornalista e scrittrice. Tra i suoi libri più recenti, Nico, o dell’infelicità, Gli amori di Frida Kahlo, Tina Modotti hermana, Chi è Banksy? E perché ha tanto successo?, Chi è Obey? E perché fa tanto discutere?. Cura mostre di arte contemporanea in Italia e all’estero: ha collaborato con Commissione Europea, Unar-Presidenza del Consiglio, Regione Lazio, Provincia di Roma, Roma Capitale. Ha ideato e curato C’era una volta…, primo festival di Family Artentainment di Roma Capitale. Per Ultra, ha pubblicato, tra gli altri, Manga Art – Viaggio nell’iper-pop contemporaneo, Metropolitan Eros – Nudo ed erotismo nella street art, Lego e altri giocattoli – Le idee che l’arte ha «rubato» ai bambini.