Jacqueline Schulhof, un’esistenza attraversata dall’orrore della guerra e della deportazione. Internata a diciassette anni nei campi di Poitiers, di Drancy e di Pithiviers, nel 1942 riesce ad essere rilasciata grazie all’intervento del padre, Raymond Schulhof. La mattina del 4 gennaio 1944, però, parte della sua famiglia – la madre, il padre, la nonna, il fratellino Georges – viene arrestata dai tedeschi. Nessuno di loro tornerà da Auschwitz. La storia di Jacqueline e quella della sua famiglia diventano, così, emblematiche di una delle tante, terribili, tragedie della Shoah: il tentativo di annientamento, da parte dell’occupazione nazista, dell’intera comunità ebraica di Amiens. I ricordi e gli avvenimenti raccolti in queste pagine da Annalisa Comes tracciano una narrazione che rimane fedele alle imperfezioni della memoria, e che nasce dal dialogo fra due donne legate da un grande affetto. Un libro di testimonianza in cui il racconto delle vicende familiari di Jacqueline si intreccia a quello del suo percorso artistico di scultrice, iniziato relativamente tardi ma, per lei, profonda affermazione di vita.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
112 -
A cura di
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Collana
Sull'autore
Jacqueline Schulhof Blum
Artista e scultrice, ha studiato disegno e scultura in Italia (Roma, Accademia delle Belle Arti), negli Stati Uniti (Art Students League of New York) e in Francia (Boulogne Billancourt, Chaville e Chesnay). Ha esposto i suoi disegni e le sue sculture in Italia e in Francia a partire dagli anni Settanta.