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Pubblicato per la prima volta nel 1920 sulla rivista «The Smart Set», è uno dei racconti appartenenti alla raccolta L’età del jazz, in cui Fitzgerald raccontò la vita, gli eccessi e le sommosse che squassarono gli Stati Uniti del primo dopoguerra. Alla narrazione delle difficili vite di nuovi e vecchi ricchi, reduci di guerra, membri delle confraternite e modaioli di party esclusivi, fanno da sfondo gli scontri e le aggressioni della “Paura rossa” (1917-1920), il periodo disseminato di attentati politici, assalti nelle redazioni dei giornali socialisti, ribellioni sindacali e scioperi nelle fabbriche. Il Primo maggio si mostra così in tutta la sua natura bifronte: da una parte la festa gioiosa per l’inizio della primavera, dall’altra il simbolo della lotta e della ribellione.

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Sull'autore

Francis Scott Fitzgerald

Nacque a Saint Paul, in Minnesota, nel 1896. Raggiunse la notorietà con la pubblicazione del suo primo romanzo, Di qua dal Paradiso (1920), che lo rese subito celebre tra i giovani della cosiddetta “generazione perduta”. Riviste come «The Saturday Evening Post» e «Scribner’s» pubblicarono a grande richiesta i suoi racconti, poi raccolti in L’età del jazz (1922), ma la sua opera più celebre resta Il grande Gatsby (1925). Con la crisi del 1929 ebbe inizio anche la crisi personale dell’autore, che si ritirò nel 1937 a Hollywood, dove visse scrivendo copioni cinematografici. Morì a causa di un attacco cardiaco nel 1940.

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