In un piccolo paese sulle sponde del Lago Iseo, che gli abitanti di quelle parti chiamano il Sebino, Gianna “La Santa” muore dando alla luce la sua terza figlia femmina. Il padre delle bambine, “Ol Buel”, un uomo manesco e rancoroso, non ha intenzione di occuparsene, così le tre sorelle crescono da sole, prendendosi cura l’una dell’altra. Giulia, Matilde e Agnese sono diverse: Giulia è l’unica ad aver ereditato la dolcezza della madre, Matilde ha un’adorazione schiacciante e sinistra per Ol Buel, Agnese – che della Santa ha solo sentito parlare – cresce come un’orfana, libera e priva di riferimenti. È lei, la più giovane, a innamorarsi in segreto del parroco del paese, un amore impossibile che durerà per sempre, la consumerà fin quasi a ucciderla e poi, miracolosamente, la riporterà in vita. Intorno alle sorelle si animano le voci del paese, irrequiete come le acque del lago quando arriva la Sarneghera, la tempesta violenta che rovescia le barche e pure i destini. Un’antica leggenda vuole che la Sarneghera sia portata dai due amanti che riposano sul fondo del lago. La loro relazione fu ostacolata in vita, e ora, ogni volta che gli amanti si corrono incontro per abbracciarsi, muovono le acque del Sebino. L’amore di Agnese per il parroco, condannato allo stesso destino infelice della leggenda, ha lo stesso impeto e la stessa perseveranza. Laura Muhlbauer sembra rubare la forza della scrittura agli elementi della sua terra. Nel destino di una famiglia, narrato con calore ma anche con ironia e spietatezza, l’autrice racchiude lo spirito di un’intera popolazione. Un esordio letterario che troverà i suoi interlocutori soltanto fra i classici.