La pandemia ha rivelato tutta la fragilità di un’idea che ci martella da decenni: il pubblico è spreco, il privato è bello. Oggi scopriamo che la nostra sanità parla di clienti e non più di cittadini con diritti; che il nostro ambiente è stato sacrificato all’altare della crescita infinita; che ricerca e scuola sono scarnificate dai tagli; che il mondo del lavoro è spaccato in due, tra chi continua a dare ordini da casa e chi deve stare a contatto con i macchinari, fare consegne in bicicletta, raccogliere ortaggi nei campi.
Scopriamo la perversione di un modello che ha venduto la globalizzazione come un processo in cui vincono tutti, ha trasformato l’economia in finanza e ha reso i poveri dei «consumatori a debito dei sogni dei ricchi». E che infine, dopo la crisi dei sub-prime (accertato che no, non vincono tutti), ha favorito la proliferazione dei sovranismi: tutti contro tutti.
Andrea Ranieri ha scritto una storia breve del capitalismo degli ultimi cinquant’anni, per orientarsi nella prossima fase di revisione dei trattati europei tenendo a mente le lezioni del New Deal di Roosevelt e del disastro dell’austerity: non può darsi rilancio economico senza aumentare le tasse ai più ricchi.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
46 -
Collana
Sull'autore
Andrea Ranieri
(Sarzana, 13 luglio 1943) È stato per lungo tempo dirigente sindacale e politico, nella CGIL e nei Democratici di Sinistra, con responsabilità nazionali sulle politiche della ricerca e della formazione. Senatore della Repubblica dal 2006 al 2008, è stato in seguito assessore al comune di Genova fino al 2012. Ha pubblicato saggi e articoli in numerose riviste, e alcuni volumi fra i quali Il tempo del sapere (2000), con Vittorio Foa, e I luoghi del sapere (2006).