Controdemocrazia La politica nell'era della sfiducia

Controdemocrazia

La politica nell'era della sfiducia

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L'erosione della fiducia dei cittadini nei confronti degli amministratori e delle istituzioni democratiche è il grande problema politico del nostro tempo. Se l'ideale della democrazia è ormai pressoché dominante nel mondo, i sistemi politici che vi fanno riferimento vivono però una diffusa disaffezione e malcontento da parte delle popolazioni. Il progetto democratico, "grossolanamente degenerato, sottilmente ridimensionato o meccanicamente ostacolato", continua a rimanere incompiuto nonostante i proclami contrari. Ma come interpretare questi indizi di crisi, di malessere o di stallo? Ai lamenti sugli effetti dell'individualismo montante, del ripiegamento nella sfera privata, del declino della volontà politica, con l'ascesa di classi dirigenti sempre più distaccate dal popolo, lo storico Pierre Rosanvallon contrappone una concezione e una funzione positiva della sfiducia: la controdemocrazia, una modalità di partecipazione che non è il contrario ma piuttosto il completamento della democrazia, attraverso la quale la società civile sorveglia e stimola le istituzioni. Una democrazia della sfiducia organizzata che si confronta con quella della legittimità elettorale. La controdemocrazia diventa parte integrante delle istituzioni e, attraverso una continua sorveglianza e correzione, ne prolunga ed estende l'efficacia.

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Sull'autore

Pierre Rosanvallon

(Blois, 1948) Tra i più influenti intellettuali europei, è professore di Storia al Collège de France e direttore d’istituto all’École des Hautes études en sciences sociales. Delle sue numerose opere ricordiamo, tradotte in italiano: Il Popolo introvabile e Il politico. Storia di un concetto (2005). Castelvecchi ha pubblicato La società dell’uguaglianza (2016) e Controdemocrazia. La politica nell’era della sfiducia (2017).

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