L’idea che il socialismo sia finito è una finzione che, sfortunatamente, trova molti adepti. Se il capitalismo ha avuto bisogno di almeno tre secoli per formarsi, perché pretendere che il socialismo si sarebbe dovuto costituire e affermare, nella sua pienezza, in un unico secolo? La pandemia del capitale ha fatto della reinvenzione di un nuovo modo di vivere il maggiore imperativo del nostro tempo.
La crisi economica e l’esplosione della pandemia hanno estremizzato le condizioni della classe lavoratrice, già sotto attacco. Se il Brasile si trovava già da prima a gestire una situazione lavorativa estremamente sfruttata e precarizzata, l’elevata mortalità e la povertà generalizzata caratterizzano il Paese come uno dei campioni di una tragedia in corso. È rimasta qualche possibilità alla classe operaia di arrestare e superare il meccanismo onnivoro del capitale?Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
48 -
Collana
Sull'autore
Ricardo Antunes
(San Paolo, 1953)
Professore ordinario di Sociologia all’Università di Campinas, in Brasile, e Visiting Professor presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, collabora con il
Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra. I suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Tra questi ricordiamo: Il lavoro in trappola. La classe che vive di lavoro (2006), Il lavoro e i suoi sensi. Affermazione e negazione del mondo del lavoro (2016), Addio al lavoro? La metamorfosi e la centralità del lavoro
nell’era della globalizzazione (2019) e Il privilegio della servitù: il nuovo proletariato dei servizi nell’era digitale (2020). Castelvecchi ha già pubblicato Politica della caverna. La controrivoluzione di Bolsonaro (2019).