Nato nel 1956 su ispirazione del Festival di Sanremo, l’Eurovision Song Contest ha sin dalla prima edizione raccontato l’Europa che cambia. Del resto, l’idea che stava alla base della sua nascita era proprio quella di rimettere insieme, attraverso la musica, l’intrattenimento e la televisione, i cocci di un continente dilaniato dalla guerra. Nel corso degli anni, l’Eurovision ha raccontato l’uso strumentale della musica da parte delle dittature, la fine di queste ultime e la tran¬sizione verso la democrazia, ma anche i sommovimenti sociali e politici, fino ai tanti conflitti sparsi per l’Europa. Un ruolo sociale e politico importante, certificato dal recente riconoscimento Changemaker Award come “catalizzatore del cambiamento sociale in un mondo frammentato, unendo i paesi d’Europa e oltre, nella loro ricerca di un sogno musicale”. L’Eurovision incarna lo spirito dei tempi e la società che cambia e si evolve, nel segno dei diritti, dell’uguaglianza e dell’inclusione. Anche per questo recentemente alcune tv nazionali hanno scelto di escludersi, non condividendone più i valori. Nel mezzo, ci sono i grandi Paesi occidentali, quelli che i valori dell’Eurovision li interiorizzano da sempre e che invece devono pensare soprattutto alla musica, per non lasciarsi sopraffare.
Il titolo del libro, Unite Unite Europe, cita il coro di Insieme: 1992 con cui Toto Cutugno vinse l’Eurovision 1990.
Book details
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Publisher
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
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Page count
368 -
Collection
About the author
Emanuele Lombardini
Giornalista professionista, attivo dal 1996. Ha lavorato per ESG89 Group dirigendo la sua testata online economica e attualmente collabora con il quotidiano «Avvenire», il gruppo PagineSì! e l’agenzia 9Colonne. Da sempre appassionato di Europa, geopolitica ed Eurovision, è stato presidente di giuria per la Rai all’Eurovision 2021 e dal 2022 è accreditato sul posto: a Torino ha coordinato la redazione internazionale dei commentatori della rassegna. Co-fondatore di Eurofestival News, il principale sito italiano sulla rassegna, e di euromusica.org, ha scritto anche Good Evening Europe, la storia della manifestazione in chiave italiana.