Una camera a Chelsea

Una camera a Chelsea

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Provocatorio, imbarazzante, misogino, sottilmente sovversivo ma anche radicalmente conservatore, farneticantemente gay e al tempo stesso omofobo, questo graffiante divertissement venne pubblicato in Inghilterra, anonimo, nel 1958 (quando ancora nel Regno Unito l'omosessualità era considerata un reato) con enorme scalpore, divenendo nel giro di poche settimane un vero e proprio "caso" letterario e di costume. Facendo muovere i personaggi in una cornice elegantemente camp con una leggerezza sfacciata e irridente degna, a tratti, di Coward e di Waugh, "Una camera a Chelsea" narra con caustico sense of humor i mirabolanti tentativi del ricchissimo Patrick per sedurre Nicholas, il giovane e belloccio paysan parvenu da lui attirato a Londra con il miraggio di una brillante carriera giornalistica. Nel giro di una settimana, percorrendo le varie tappe di una favola crudele il cui "lieto fine" non può essere, ovviamente, la vittoria dell'amore bensì quella del più sfrenato cinismo e del brutale potere della ricchezza, il grazioso Nicholas (che non ha il coraggio di accettare fino in tondo le regole del gioco) precipiterà dagli abbaglianti splendori di un lusso mai immaginato a uno stato di assoluta necessità, senza un soldo, senza un lavoro e senza un amico, gettato via come un rottame inservibile... Partita persa: tutto da dimenticare, tutto da ricominciare. Forse qualcuno ha barato.

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