Non possiamo non dirci non violenti Dialoghetto intergenerazionale su un tema cruciale del nostro agire pubblico

Non possiamo non dirci non violenti

Dialoghetto intergenerazionale su un tema cruciale del nostro agire pubblico

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Cos’è la nonviolenza? Una proposta politica? Una scelta di vita? Un modo creativo di gestire i conflitti, una testimonianza? Se sono numerosi i casi di nonviolenza “vincente”, capaci di andare controcorrente e di “risparmiare il sangue”, difficilmente i tanti eroi della resistenza senz’armi del Novecento si vedranno riconoscere l’onore di una statua. La pratica resa famosa da Gandhi rimane però una corrente sotterranea che – affiorando già negli anni Sessanta per essere rilanciata dalla rivoluzione femminista – confluisce oggi nelle forme di “un mondo possibile”: una concezione diversa della politica, per costruire un’altra società dentro di questa. Su questi temi cruciali si confrontano due generazioni: La Porta e Cirese, chi viene dal Sessantotto e dalla violenza “emancipativa” di Sartre e Fanon e chi, nato alla fine degli anni Ottanta, è cresciuto vedendo al telegiornale gli orrori della guerra jugoslava e della violenza del terrorismo internazionale. Una difesa della nonviolenza che, sia pure con i necessari distinguo, è oggi urgente più che mai, perché ci ricorda che c’è sempre un’alternativa.

Book details

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  • Original text

    Yes
  • Language

    Italian
  • Publication date

  • Page count

    76
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About the author

Filippo La Porta

Saggista e critico letterario, scrive su «la Repubblica» e «Left». Tra le molte pubblicazioni, La nuova narrativa italiana (Bollati Boringhieri, 1995), Pasolini (il Mulino, 2012), Il bene e gli altri. Dante e un’etica per il nuovo millennio (Bompiani, 2018), Eretico controvoglia. Nicola Chiaromonte, una vita tra giustizia e libertà (Bompiani, 2019).

Luca Cirese

Giornalista e comunicatore ambientale. Nato a Roma nel 1988, dopo gli studi classici ha proseguito la sua formazione umanistica specializzandosi in Filosofia moderna e Storia contemporanea. Da alcuni anni vive a Padova, dove collabora con «il mattino di Padova», «la Nuova Venezia» e «il venerdì di Repubblica».

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