Microfascismo Gender, guerra e morte

Microfascismo

Gender, guerra e morte

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Femminicidi, stragi razziste, attentati antisemiti e crimini d’odio sono eventi sempre più frequenti, che accompagnano l’ascesa dell’estrema destra reazionaria in tutto il mondo. Che si tratti di neofascismo, alt-right o populismo autoritario, sta prendendo forma un corpo collettivo violento ancor prima di diventare riconoscibile in un movimento, un partito, un regime. L’inferiorità biologica della donna rivendicata dagli incel, il cospirazionismo di QAnon, il culto della violenza bellica del suprematismo bianco sono esempi della pervasiva presenza di «microfascismo» nelle nostre vite, le cui radici risalgono alle illusioni di un soggetto che immagina di essere artefice della propria origine e interamente padrone del proprio destino, all’utopia astratta di una «sovranità autogena». In questo soggetto «corazzato», patriarcale e capitalista – che la maschiosfera virtuale rivela oggi in tutta la sua violenza misogina – Jack Z. Bratich individua i germi della soggettività fascista, fondata sulla paura di dissoluzione dell’ordine stabilito. Ma il fascismo di tutti i giorni è tanto fragile quanto l’ordine immaginario su cui poggia. All’odio e al disprezzo che si manifestano nei nostri comportamenti quotidiani può porre rimedio un antidoto «micro-antifascista», un insieme di azioni individuali e collettive in grado di disinnescare il desiderio innato di dominio con pratiche sperimentali di cura, collaborazione e condivisione.

Book details

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  • Original text

    Yes
  • Language

    Italian
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