Laura Pennacchi

La pandemia ha mostrato quanto profondi e ramificati siano i fattori di crisi del capitalismo, di cui mai prima d’ora era stata messa così in discussione l’eticità – anche da parte di manager e imprenditori. Nonostante la recessione globale dovuta al Covid-19 renda urgente un grande slancio progettuale – e in molti parlano di «un nuovo New Deal» – lo scarto tra le domande sorte in questi mesi, a forte contenuto etico-politico, e la limitatissima capacità di risposta resta impressionante. Per ridisegnare i rapporti tra economia e società, e riportare il lavoro e la sua dignità al centro della vita collettiva del Paese, come previsto dalla nostra Costituzione, diventa cruciale una «democrazia economica» a fondamento umanistico, parte di un complesso istituzionale disponibile alla sperimentazione, capace di immaginare orizzonti alternativi di impegno, e di ripensare i confini tra il mercato e tutto ciò che non è mercatizzabile, all’altezza dei tempi che stiamo vivendo.