La memoria autobiografica

La memoria autobiografica

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In pagine dense e vibranti una delle più famose filosofe del XX secolo si confronta con la complessa dinamica dellʼidentità, riflettendo sulle questioni che le gravitano attorno: il riconoscimento dellʼaltro, il posto dellʼindividuo e la sua funzione sociale, il racconto autobiografico del singolo soggetto fra ricordo e amnesia, memoria volontaria e involontaria, finzione e verità. Siamo quel che ricordiamo? Siamo ciò che gli altri narrano di noi? Cosa assicura la nostra identità? Il nostro nome? Il nostro corpo? Tutti noi siamo avvolti da narrazioni autobiografiche, interpretazioni nostre o altrui, sempre diverse. Ágnes Heller attraversa la complessità di questo universo soggettivo, offrendoci suggestioni preziose per ripensare la storia della nostra identità: personale, sociale e politica.

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Sull'autore

Ágnes Heller

(Budapest, 12 maggio 1929) Filosofa ungherese, assistente di Lukács all’Università di Budapest, da cui fu espulsa nel 1959; riammessa nel 1963, divenne il massimo esponente della «Scuola di Budapest». Licenziata dall’Accademia nel 1973, nel 1978 accettò un incarico presso l’Università di Melbourne per assumere poi la cattedra di Hannah Arendt a New York. Nota in Occidente come la teorica dei bisogni radicali e della rivoluzione della vita quotidiana, è oggi considerata una delle più significative filosofe viventi.

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