Alice Adams apparve nel 1921, pochi anni prima della Grande Depressione, in un’America ancora ottimista ma inconsapevolmente avviata allo sconquasso. L’anno dopo il romanzo vinse il Pulitzer e nel ’35, superata la crisi, venne trasposto in pellicola da George Stevens (con Katharine Hepburn nel ruolo di Alice). Quella di cui Booth Tarkington scriveva era una borghesia già spaventata, e forse non è un caso che dalla sua penna sia uscito un personaggio come la giovane eroina protagonista di questo romanzo, ora tradotto per la prima volta in italiano. Alice ha una madre ambiziosa, un fratello scapestrato e impresentabile al gran mondo, un padre che per l’ennesima volta si rivela incapace di raggiungere il benessere economico. Solo Arthur Russell, bello e perfetto gentiluomo decisamente benestante, le dà una speranza, una via d’uscita dalla claustrofobica agitazione in cui la sua famiglia sembra sprofondare. Ma il fantasma bizzoso del destino è in agguato. Tarkington racconta una storia che a di stanza di un secolo continua a
sembrarci familiare, una precarietà economica e umana ante litteram, lo spartito di un mondo che predispone i suoi attori a un copione beffardo.
Dettagli libro
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Editore
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Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
254 -
Traduttore
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Collana