Granata rosso e verde Tornio, Manchester United e Chapecoense,il filo del destino

Granata rosso e verde

Tornio, Manchester United e Chapecoense,il filo del destino

Anteprima Scarica anteprima
Superga 1949, Monaco 1958, Medellin 2016: tre drammatici disastri aerei hanno unito nello stesso destino Torino, Manchester United e Chapecoense, lasciandosi dietro una scia di dolore che ancora non scolora, ma anche dimostrando che una squadra di calcio non può morire, perché vivrà per sempre attraverso i suoi tifosi. Come le cellule si rinnovano senza intaccare l’identità di un individuo, così il gruppo dei supporter cambia nei suoi componenti ma resta uguale a se stesso, continuando a tramandare le proprie leggende di generazione in generazione. È ciò che hanno vissuto i cuori granata, i fan, i torcedor che hanno visto mancare la loro compagine al proprio amore da un giorno all’altro. Tifosi uniti da un’enorme perdita che li affratella e li promuove primi ad honorem nel campionato della resilienza. Tifosi che, parafrasando Franco Battiato, hanno cercato di “trovare l’alba dentro l’imbrunire”, e ci sono riusciti. Questo libro intenso e commovente è dedicato a loro.

Dettagli libro

  • Editore

  • Testo originale

  • Lingua

    Italiano
  • Data di pubblicazione

  • Numero di pagine

    224
  • Collana

Sull'autore

Paolo Quaregna

Torinese, nel 1970 si è laureato in Economia e nel 1978 in Lettere. Si è occupato di animazione teatrale e di film sperimentali con ragazzi della scuola dell’obbligo e lavoratori delle “150 ore”. Con Virginio Pevato ha pubblicato Il bambino con la macchina da presa (Feltrinelli, 1978). Nel 1982 ha realizzato il suo primo film per il cinema, cui seguiranno tre lungometraggi e una trentina di documentari. Si è interessato alla follia (Felicità ad oltranza, 1982) e alla trasgressione “controllata” delle feste di Carnevale (Una donna allo specchio, 1984). Il trasferimento a Parigi a fine anni Ottanta è stato piattaforma per la scoperta di tematiche legate a culture lontane, alle minoranze e al rispetto della natura. Un po’ emigrante, un po’ nomade, ha girato i suoi film con i nativi Inuit e Algonchini del Québec (Dancing North, 1998, Les Tambours d’Abitibi, 2000), con i Touareg, i Peul, e i Soninké dell’Africa subsahariana (Femmes du Sahel, 1995; Le Bon Èlève, 2006). Nel 2019 è tornato in Québec per realizzare La seconda patria, dedicato agli emigrati italiani, arrivati per ultimi in terre lontane e talvolta complici degli Innu, che ci erano nati, e hanno resistito strenuamente a chi li voleva cacciare.

Ti potrebbe interessare