Città del deserto

Città del deserto

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Dalla vicina Italia alle lontane terre persiane, cinesi, indiane, Cesare Brandi, nei suoi diari di viaggio, raccoglie la propria curiosità, sempre inappagata, l’amore per la natura, per il paesaggio, per la buona cucina, il gusto del vedere e del cercare. I piaceri sensibili si accompagnano così all’indagine attenta della realtà e alla critica agguerrita. I territori attraversati sono restituiti attraverso illuminazioni impressionistiche e riferimenti iconografici, contemplazioni che non si risolvono nel semplice misticismo e notazioni pungenti, oculate, di pura simpatia intellettuale. L’annotazione colta si lega ai momenti in cui il sapere arretra per lasciare spazio all’incanto della meraviglia, alla poesia, senza mai perdere in lucidità analitica. Pubblicato per la prima volta nel 1958, Città del deserto racconta una Tripoli silenziosa, l’urbanistica severiana di Leptis Magna, l’ascendenza fenicia di Beirut, la fitta campagna fuori Damasco, così simile a quella napoletana. Pellegrino attento, guida sensibile, acuto scrittore, Brandi riesce a dare la parola alla gamma dei luoghi che incontra, fatti di luci, colori, materia, arte, civiltà, storia.

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Sull'autore

Cesare Brandi

Nato a Siena nel 1906, è stato teorico del restauro, storico dell’arte, critico militante, scrittore. Per due volte ha vinto il Premio Feltrinelli per la critica d’arte e nel 1977 ha ricevuto il Premio Viareggio per la saggistica. Firma prestigiosa del «Corriere della Sera», è autore di numerosissime pubblicazioni, tra cui molti diari di viaggio. Elliot ha già pubblicato tra questi Città del deserto, Budda sorride e Persia mirabile. È morto a Vignano nel 1988.

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