Cento anni di musica country 1922 - 2022

Cento anni di musica country

1922 - 2022

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Il 1° settembre del 1922 un misconosciuto violinista originario dell’Arkansas, Eck Robertson, pubblicò un 78 giri contenente due danze strumentali: Sallie Gooden e Arkansaw Traveler. Lì per lì se ne accorsero in pochi, ma a distanza di un secolo molti studiosi le indicano come le più vecchie incisioni, almeno fra quelle sopravvissute fino a oggi, di un calderone stilistico solitamente indicato come old-time music (musica dei vecchi tempi). Dall’ambiente della old-time music emerse nel giro di pochi anni quella che sarebbe in seguito stata nota come musica country: pertanto, i due brani di Robertson sono anche una prima testimonianza, per quanto ancora embrionale e grezza, delle sonorità tipiche di quell’universo. Se la matematica non un’opinione, ciò rende il 2022 l’anno del centenario della musica country. Questo libro ne approfitta per fare il punto della situazione, analizzandone la storia attraverso le sue infinite mutazioni stilistiche, le alterne fortune, le implicazioni sociali e l’impatto storico, dalla nascita ai nostri giorni. A rendere più facilmente consultabile il testo, una guida di cento schede su altrettanti fra gli artisti essenziali per la comprensione del genere. Qualcuno potrà infine obiettare che il country abbia in realtà ancora 99 anni, essendo emerso nel 1923 con Fiddlin’ John Carson, o addirittura 95, piazzando la data fatidica nel 1927 di Jimmie Rodgers e Carter Family: tutti distinguo che sono a ogni modo ampiamente trattati all’interno del libro. Quel che è certo, è che a circa cent’anni dalla nascita, il country sembra ancora lungi dall’avere esaurito la propria capacità di affascinare l’immaginario collettivo americano.

Dettagli libro

  • Editore

  • Testo originale

  • Lingua

    Italiano
  • Data di pubblicazione

  • Numero di pagine

    200
  • Collana

Sull'autore

Federico Romagnoli

Storico collaboratore della webzine Ondarock.it, la sua specializzazione sono le scene musicali non anglofone, di cui è probabilmente uno dei più grandi collezionisti in Italia (possiede dischi da ogni angolo del globo, da Taiwan all’Argentina, passando per la Polonia e l’Egitto). Per il suo primo libro ha scelto tuttavia di trattare un argomento prettamente statunitense, essendosi accorto di quanto sia poco discusso sul continente europeo: la musica country.

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