Quanto più ci accingiamo a completare la vita, a otturarne i vuoti o colmarne le lacune, tanto più essa ci incalza con la sua costitutiva incompiutezza. Mentre la contemporaneità sembra affannarsi a realizzare una unità globalizzata, qualcosa – pur sempre – manca. Scopriamo così che persino le attività che ci paiono più prossime alla pienezza – conoscere, amare, agire eticamente – si fondano in realtà su tale mancanza, che ci attrae verso un oltre. Lʼarte è sempre stata la massima espressione di questa fondante incompiutezza. Thomas Harrison, in un affascinante percorso fra scultori, poeti e letterati – come Michelangelo, Ungaretti, Anna Maria Ortese, Auguste Rodin – ci mostra lo sforzo dell’arte di porre in luce quel che non appare, dare figura allʼincompiuto, provare persino a comprendere le origini inattingibili dei propri tentativi. Una riflessione che potrebbe permetterci di pensare unʼetica diversa, un modo nuovo di abitare il mondo.
Book details
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Publisher
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
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Page count
48 -
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About the author
Thomas Harrison
È professore ordinario all’Università della California di Los Angeles, dove dirige il dipartimento di Italianistica. Scrive di cultura e filosofia moderna, musica, comparatistica e storia intellettuale. Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato The Favorite Malice: Ontology and Reference in Contemporary Italian Poetry, Nietzsche in Italy ed Essayism: Conrad, Musil and Pirandello.