Quark è un termine usato nella fisica delle particelle, una parola dal suono di papera che James Joyce usava per rivolgersi alla figlia schizofrenica. Quando Silvana si ammala di quello che gli psichiatri definiscono genericamente “psicosi”, sua figlia Simona e il genero Maurizio, per evitare di impazzire con lei, la utilizzano come via di fuga per troncare i deliri paranoici della donna. Perché una malattia mentale coinvolge a tal punto la famiglia del malato da rischiare di portarsi appresso tutti, come mobili da giardino dopo un uragano: dal cane al gatto, dalla figlia alle badanti, dai vicini di casa al genero. Tutti sull’orlo del baratro, dal quale Maurizio ci racconta, con disincantata e politicamente scorretta ironia, di una famiglia che si stringe attorno alla suocera, di una figlia ritrovata, di un padre egoista e di due sorelle ego-riferite, tra speranze di guarigione, ricoveri coatti, scene surreali e una folle via crucis in cerca di una struttura idonea che aiuti tutti a sopravvivere. Il racconto scanzonato ma non per questo meno veritiero di una famiglia che saltella senza rete di protezione sul sottilissimo filo che demarca i sani dai folli.
Book details
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Publisher
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Publication date
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Page count
192 -
Collection
About the author
Maurizio Sbordoni
È nato a Roma nell’anno ’69 del secolo scorso. Dopo la laurea in economia e commercio, sollecitata dal padre e avallata dalla complicità penale della sorella, resosi conto di non essere portato per le questioni fiscali, i numeri, la finanza, l’insegnamento, il marketing e i lavori manuali, capì che avrebbe dovuto vivere con quello che gli riusciva meglio: nulla. Scrive per fare un dispetto al cugino Alessandro, che non sa leggere. È autore di Mi chiamo Edgar Freeman (Zona, 2010), Stavo soffrendo ma mi hai interrotto (San Paolo, 2013).