Orbanismo

Orbanismo

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Gli anni 1989-1991 sono stati, per tutti i popoli dell’Europa orientale, anni di liberazio­ne dal dominio sovietico e dal suo indottrinamento ideologico. Tuttavia, come insegna Hannah Arendt, liberazione non significa ancora libertà, e il proliferare contemporaneo delle destre xenofobe nei Paesi dell’Est Europa lo dimostra. Ágnes Heller ci narra il caso ungherese, raccontando l’ascesa di Viktor Orbán e con essa i due cambiamenti di sistema che si sono susseguiti nel suo Paese d’origine: il primo, dalla dittatura alla democrazia liberale; il secondo, dalla democrazia liberale alla tirannia. Un libro unico, in cui la più celebre filosofa ungherese, anche mettendo a rischio la propria vita, denuncia frontalmente una feroce tirannia che l’Occidente finge di non vedere.

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    Italiano
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Sull'autore

Ágnes Heller

(Budapest, 12 maggio 1929) Filosofa ungherese, assistente di Lukács all’Università di Budapest, da cui fu espulsa nel 1959; riammessa nel 1963, divenne il massimo esponente della «Scuola di Budapest». Licenziata dall’Accademia nel 1973, nel 1978 accettò un incarico presso l’Università di Melbourne per assumere poi la cattedra di Hannah Arendt a New York. Nota in Occidente come la teorica dei bisogni radicali e della rivoluzione della vita quotidiana, è oggi considerata una delle più significative filosofe viventi.

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