E’ il 1944 quando Gian Dàuli scrive Cabala bianca, uno dei libri più inusuali della narrativa italiana del Novecento. Concepito come una scatola cinese, questo romanzo racconta le giornate di un uomo qualunque che confonde la vita reale con il mondo dei sogni, senza rispettare il naturale alternarsi del sonno e della veglia, mescolando le proprie esperienze notturne e diurne. Lo circondano personaggi come la moglie Clementina e l’amico Piero, che rivestono i ruoli di vittime o carnefici in maniera ambigua, ma anche figure dall’esistenza incerta, come l’amante Gabriella e il figlio Bernabo, che appaiono e scompaiono come impalpabili ombre e luci. Si succedono cosi coup de théâtre, mentre nella sua odissea personale il narratore sfugge da un incubo per cadere in un altro, scavando nell’inconscio e mettendo in scena una sequenza di immagini dalle atmosfere pirandelliane. Un libro raro, geniale come il suo autore, un vero gioiello della nostra letteratura.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
320 -
Introduzione di
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Collana
Sull'autore
Gian Dàuli
Pseudonimo di Giuseppe Ugo Nalato, nacque a Vicenza nel 1884. Fu scrittore, giornalista, sceneggiatore, traduttore e editore. Viaggio in Inghilterra da giovane e conobbe la letteratura inglese e francese, riportandola in Italia per la casa editrice Modernissima nella collana “Scrittori d’oggi”, dove pubblico nomi come Conrad, Chesterton, Zangwill, Hardy, James, Stevenson, Maugham, O. Henry, London ed Erskine. Pur avendo dato molto al mondo dell’editoria, Dauli visse sempre tra alti e bassi, assediato dai debiti e dai fallimenti imprenditoriali. Si spense a Milano nel 1945.